lunedì 26 dicembre 2011

Combattare la crisi e L'Aquila ad un passo dalla ribalta

Sono giorni che non riesco ad esprimermi sulla "crisi". Ho sempre più difficoltà a guardare i vari Ballarò, servizio pubblico e piazza pilita. Non si tratta solo di un crescente rifiuto all'autoindursi dolore. detto anche masochismo; il fatto è che non ce la faccio più a rivedere e risentire sempre le stesse parole da tutti, il solito e ridondante ritornello, anche adesso che Berlusconi non è più premrier e ha ovviamente ripreso ad occuparsi e con successo dei suoi processi. La farà liscia.
Il punto è che sarà così forse perchè ha pagato ma soprattutto percjè l'Italia ha voltuo questo. Siamo noi italiani il problema. e siccome questo è invece il ritornello di quelli come me, e però poi COMUNQUE non riesco a vedere neanche un cambiametno concreto, allora non riesco più ad ascoltare nessuno, in nessun talkshow. Ho bisogno di CONCRETEZZA.

E' sempre di concretezza che ho bisogno, così nella vita quotidiana quando metto su due biscottini e una forma di pane, nelle azioni di un uomo che si occupa di Poltica, e in una benedetto corso di laure in demoentoantropologia (lacuna proveniente da un Teorie e pratiche dell'antropologia, di cui non si puà proprio dire Nomen Omen se non si considera solo la prima parte della frase)

La crisi c'è, e ci siamo arivati per certi motivi, che sono stati analizzati e ri analizzati, anche se si fa finta di non sapere ancora; perchè a Viale Libia stiano chiudendo pressochè tutti i negozi, perchè la Metro B1 aprirà forse, e a ritmo limitato, a Marzo2012; perchè il CdL in Teorie e pratiche non esiste più; perchè il 90% degli amici di una mia amica, tutta gente con u GRAN cervello, stranamente non vive più a Roma ed è difficile riuscire a vedersi in quegli 8 giorni di fete Natale; perchè la mia libreria di riferimento pur essendo parte di un gruppo in crescita e che fino l'anno scorso sembrava spiazzare tutte le piccole librerie indipendenti avviata a diventare un micro-cattivo-colosso sta per chiudere.

Il dramma del fare finta di non avere coscienza e conoscenza dei perchè sta bloccando il passaggio successivo, quello dell'azione per la risoluzione della crisi.
Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perchè la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere “superato”.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza.
L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito.
E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla
parole di Einstein [tratte da qui]


E così in questi giorni ogni volta che penso a l'Aquila, ad un terremoto che ho vissuto in differita, allo scompiglio sociale, alla ricostruzione fisica ancora tanto indietro, al centro dell'Aquila che non ho mai visto diverso da questo, dai MAP di Rocca di Cambio che hanno allontanato e frammentato ancora di pià una piccola comunità già tanto fragile e perennemente in lotta con se stessa, mi viene da piangere. Mi viene da piangere perchè sento che manca qualcosa manca un tassello.
Sento la tragedia di non voler lottare per superare questa situazione di impasse.

Lo sento nel profondo delle parole di questo articolo, e so che non vorrebbe sentirsi dire una cosa del genere, so che questa persona consciamente è convinta di stare facendo molto per aiutare alla ricostruzione....
Lo sento in queste parole:

a le città sono fatte dagli uomini e dalle loro relazioni, dagli scambi di idee, dalle realizzazioni di un ideale di città….magari di quella città culla della cultura medioevale e rinascimentale del sud Europa.
L’Aquila è una città ribaltata! Come ribaltata è la democrazia in Italia…
Buon Natale L’Aquila, Buon Natale Italia.

Perchè il fatto è che nonostante le 309 perdite e tutti quelli allontanati e tutti quelli scomparsi poco dopo, la città NON HA PERSO proprio quegli uomini, e anche se irrimediabilmente modificate, non so sono perse le RELAZIONI...le relazioni hanno avuto bisogno di riorganizzarsi già dal mattino seguente. Soprattutto i flussi di idee non hanno smesso di circolare. Oserei dire che anzi ci sono persone che prorpio come dice Einstein è da questa tragedia interiore che hanno cominciato a lavorare duro e tirare fuori il meglio di loro stessi per gli interessi del proprio territorio, i prorpi luoghi e la propria storia.
Non devono sentirsi sconfitti però perhcè molti sento che ci sono vicini, e non vorrei mai smettessero, "solo" perchè posti di fornte all'enorme difficoltà dell' essere ascoltati dagli "altri" e dalle amministrazioni...
Sto pensando a coloro che hanno fondato Policentrica, agli attivissimi di Salviamo paganica, a i "neonati" Altropiano, così come i molto noti 3e32, l'Assemblea cittadina e l'Aquila anno uno...
Forse a nessun aquilano piace come la città si stia sviluppando nelle vecchie e nelle new periferie, ma le relazioni non sono scomparse, anzi oserei dire che sono anche molto effervescenti, più di prima nella maggiorparte dei casi. E' necessario riconoscere questo passaggio anche per potersi permettere di lavorare sul piano del miglioramento di quel tessuto sociale che rischia di "soffrire" ancora per cià che NON è più al posto giusto. Per quello spaesaemento dello spazio, per quei luoghi che hanno fin'ora solo visto tanti sprechi.
L'Aquila è ad un passo dall'essere una città alla ribalta, più che ribaltata.
L'Aquila non deve rimpiangere, deve ricostruirsi sapendo essere in grado di leggere le proprie novità di re inserirle nel tessuto sociale di cui ormai volenti o nolenti fanno parte. E recuperare quanto di meglio la "Comuntià" reputa di poter recuperare. Il vecchio e storico meraviglioso centro e tutti i nuovi moderni e sempre migliorabili centri che saranno occasioni di creare nuova vita, nuovi nodi di scambio di idee.
Rinnovate abitudine di persone che dalla tragedia del terremoto, dalla crisi dello spaesamento sapranno tirar fuori un'Aquila migliore.


venerdì 23 dicembre 2011

Ora ... i maritozzi della speranza

 
 
Dicono che è vero che ad ogni speranza corrisponde stessa quantità di delusione
Dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione per non farlo più...
 
Per cui basta andare giù. 


L'antropologia tira giù. Su una mente già tendente alla riflessività, all'autocritica e al continuo rimettersi in gioco con il confronto con l'Altro...l'antropologia è come la ciliegina sulla torta.
A me ha reso ancora più instabile, ma quanto amo quei momenti in cui mi sento piena di mondo, magari in cima ad una montagna abruzzese, sulla spiaggia fregenese in pieno inverno, nei vicoletti del centro romano, queli non battuti da orde di turisti, tra le braccia di chi mi ama, con in mano un biglietto di auguri delle mie amiche, di fronte al forno guardando i maritozzi che si dorano....
Ma è pur sempre lei la colpevole dello sguardo con cui affronto il mondo che mi circonda, lei l'antropologia che nonostante tutto non voglio abbandonare, non è lei che non sopporto più.. 
anche quando credo di essere intrappolata dall'incertezza del domani, con lei e con me stessa, quando troppo mi fa riflettere sulle scelte degli altri, quando mi fa "sempre criticare" qualunque cosa. 
Ma è sempre "colpa" sua se non riesco a smettere di osseervare curiosa, di ascoltare ogni voce, di riflettere e rimuginare per poi scoprire nuovi mondi pieni di sfumature colorate e profumate.
Se non avessi avuto l'occhio di guardare un po' più in là di piazza istria, di entrare in una nuova gelateria (daRe), di chiedere provare e gustare un gelato diverso, o forse più vero, o forse semplicemente più buono e consapevole, o forse erano le mie papille gustative ad essere più attente e consapevoli... beh forse Sabato non avrei fatto i maritozzi.
E la ricetta dei maritozzi forse non l'avrei cercata e studiata, non mi sarei chiesta che differenza possa esserci tra brioche siciliana e maritozzo romano...
e onestamente al riguardo ho ancora da condurre qualche ricerca. Forse non avrei preferito una ricetta con un pizzico di lievito, ad una più facile e veloce con due panetti interi e un pizzico di farina... Forse non avrei neanche mai conosciuto Profumo di Lievito.

e la speranza che tutto questo sia sempre nella mia vita è appagata dallo sguardo di coloro che hanno assaggiato queste briochine superprofumose di arancia. Soffici e non ancora abbastanza leggere da poter dire che non devo più sperare vengano sempre meglio...spero di farli ancora ancora e ancora, e spero di far sorridere tante e tanti amici...

Per la ricetta vedete qua, perchè alle indicazioni del "Maestro" non c'è nulla da aggiungere!
per qualche altra fotuccia

giovedì 22 dicembre 2011

ventiseianni in un duemilaundici insieme stupendo e di merda

eh no... perchè uno arriva a ventisei anni e vorrebbe davvero sapere cosafare della propria vita.
.Uno arriva a ventiseianni e pensa a quando ne aveva 18 e guardava ai ragazzi di 26 anni come se fosse già TROPPO grandi.
.Uno arriva a ventiseianni e vorrebbe, non dico avere un lavoro e 3 bambini, ma sapere di aver messo le basi per raggiungere tutto ciò in tempi ragionevoli.
.Uno arriva a ventiseianni e vorrebbe sapere che non ha più da studiare e si avvia a stare qua, andare là, cercare questo o cercare quello.
.Uno arriva a ventiseianni avenfo fatto progetti con una persona, dando per scontato che SEANCHE non fosse andata bene con quella, sarebbe andata, si sarebbe andata, ma tanto sarebbe stata quella piccole convinzioni di punti fermi che ti fanno
.arrivare a ventiseianni pensando che almeno un pizzico di direzione per il proprio futuro uno ce l'ha scritta, deve seguire una pista, e invece
.uno arriva a ventiseianni e comincia a pensare che forse non dovrebbe immaginare di avere quelle cose perchè a sperarci troppo la delusione è troppo grande a non poterle ottenere
.Uno arriva a ventiseianni e deve cominciare a fare i conti col fatto che adesso devi fare qualcosa, sola e ti porterà da qualche parte e devi sceglierla, non è più imposta dai tuoi genitori non è più coordinata con la persona che ami.
.Uno arriva a ventiseianni che non è ancora pronto ad affrontare la vita
.Uno arriva al momento tanto atteso di cominciare a lavorare di andarsene di casa, e si riempie di paura.
.Uno arriva a 26anni e rimpiange di non aver fatto la cazzata di andarsene a venti quando la paura del futuro non ce l'aveva.
.Uno arriva a ventiseianni che si sente vecchia, e questa volta davvero e non solo perchè non fa più le cinque del mattino in local improbabili vestita in maniera ancora più improbabile
.Uno arriva a ventiseianni e sente che le cose non girano, eppure girano.
.Uno arriva a 26 anni e sembra che 3 anni fa era un altro mondo, un'altra vita, un'altra persona, un futuro di fronte e adesso non più.
.Uno arriva a ventiseianni che non ha fatto altro che ripetersi che dopo aver preso il beneamato pezzo di carta, dopo............ dopo COSA?????????

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domenica 18 dicembre 2011

Natale Panna e Vaniglia


Non so perchè in molte persone è radicata l'abitudine di farsi unabella tazza di latte caldo e pandoro o biscotti al posto del pasto nei periodi delle feste...come se fosse melgio che mangiare la pasta o una bistecca. Sarà che non ci sembra una cena vera, poi è un gustosissimo accopiamento...e il latte caldo prima di andare a dormire è così rilassante, è.. non mi viene il termine..richiama l'infanzia, la serenità di un periodo senza problemi, cullati e coccolati prima di un sonno ristoratore. Ecco sì, dei biscotti che sappiano coccolare a fine giornata, e facciano cominciare con un dolce e pacato sorriso la giornata.
Per questo, per Natale, questa volta non volevo fare solo i classici gingerbread. Volevo qualcosa di più delicato, volevo che fossero i biscotti della buonanotte, che immergendosi nel latte lasciassero un po del loro aroma burroso e si ammorbidissero senza crollare sfatti nel fondo della tezza.
Volevo dei biscotti semplici ma non insipidi, senza troppi sapori e spezie che facciano frullare troppi pensieri per lo stomaco e la testa, biscotti che mettano ordine e semplicità, che non sconvolgano, il pepe e lo zenzero svegliano danno brio punzecchiando lo spirito. Volevo un sapore che non complicasse il coacervo di sapori complessi delle cene delle feste.
Voglio immaginare di mangiarli in una casa dai toni caldi, con il camino acceso e un bel divano di queli in cui ci si affonda dentro, un plaid soffice e ampio, ovviamente la neve di fuori.. e Babbo Natale che incartava la cioccolata, ah no erano le marmotte.

Non poteva esserci nulla di meglio di frollini alla panna e vaniglia.
 Da regalare agli amici e augurare sinceramente un sereno Natale, che lo sia anche quando ci si concede uno sfizio. un dono di gioia e dolcezza, infuso di amore e autenticità.

per la ricetta:

giovedì 15 dicembre 2011

Happiness

Ad Artena: a 1332 mt da qui c'è la Felicità. georeferenziata l'indicazione parte la ricerca della felicità.

Non sono 1332 mt, ma un pizzico di Felicità lo si può trovare anche a Roma, anche dopo una mattinata persa dietro a professori assenti, ed un pomeriggio speso a seguire indizi via sms dietro ad una professoressa difficilmente raggiungibile.
Si tratta di.. una telefonata mentre si cammina assorti nei propri pensieri, e si ha una voglia incredibile di raccontare una cosa, e proprio chi pensavi: "drin".



... di un pranzo all'ora del tè. In una piazza del centro di Roma, al fianco di un albero luminoso, senza cappotto nè stufette accese, in lontananza un cielo tricolore.
... Entrare in un negozio e trovare due cose che cercavi disperatamente da più di un mese, spendere troppo, ma sentirsi soddisfatti come da tempo mancava.


 





... Una cena improvvisata con proprio cugino e la sua dolce metà, anche nota quale gemella strappatami alla nascita.
Ramen e flambè.
Passeggiando pieni di risate: "Hey, proviamo quello, abito qui di fronte e non ci sono mai entrato!"
Danza del ventre il mercoledì sera, narghile alla mela, tè alla menta e cocktail al caffe caldo con gelato di cioccolato e Black Cat (liquore caffè e assenzio).



Keep on smilig.

lunedì 12 dicembre 2011

On Air...training autogeno e Gingerbread man

 I am beautiful
No matter what they say
Words can't bring me down
I am beautiful
In every single way
[...]
Trying hard to fill the emptiness
The pieces gone
Left the puzzle undone
Ain't that the way it is
[...]
We're the song inside the tune
Full of beautiful mistakes

And everywhere we go
The sun will always shine
And tomorrow we might awake
On the other side

Natale al Pan di Zenzero

E' troppo caldo per sembrare Natale, ma almeno la città è piena di decori.
A casa l'albero c'è, con le sue palline di vetro che ricordano ghiaccioli e stalattiti, le micorlucine, le candelin, i primi pacchetti infiocchettati d'oro e argento...
Vorrei la neve, vorrei sciare vorrei svegliarmi la mattina inondata di quel sole gelido e pungente eppure avvolgente che solo dopo una forte nevicata fa sbrilluccicare qualsiasi cosa...qualsiasi, anche il sorriso più mesto.
Neanche in montagna era sufficientemente freddo, ma i profumi dell'inverno c'erano quasi tutti, la legna che brucia, e il vinbrulè sul fuoco. Mancava solo quello, quel suo peculiare odore di... di... neve.  
Le tradizioni ci confortano, e a volte anche fare nostre quele degli altri. Come i "gingerbread man", quegli omini di panpepato che guardavo e sognavo sul quel libro di favole quando ero bambina. Sempre sorridente, o quasi, rassicurante con quel suo colore brunastro e i bottoncini di caramelline rosse, bello cicciottino e in buona compagnia. Poi da grande ho capito che in reatlà sto gingerbreadman, meglio noto come gingy, era un fesso, chè si fa fregare/divorare dalla volpe.  Forse era la volpe che si era stufata di sperare nell'uva...
Vuoi o non vuoi, io i biscottini di pan di zenzero/panpepato [ancora non ho capito come si chiama], li adoro, e dunque perchè non farli io!?

per la ricetta

mercoledì 7 dicembre 2011

albericidio

ci siamo è arrivato il momento dell'anno in cui in tutte le case si fa l'albero...
ed è stupendo girare per le strade la sera e sbriciare dentro le finestre da cui escono fasci di luce colorati e intermittenti...anche nel Natale in cui si vorrebbe essere Grinch, poi quelle lucine ti catturano! Almeno a me. Possono essere alberi enormi o piccoli, con palline blu gialle rosse oro argento di vetro...blablablablabla...

ma

ma

NON POSSONO ESSERE ALBERI VERI E TAGLIATI!! SENZA RADICI
è un tremendo e terribile ALEBRICIDIO.



















....ma forse preferivamo un cono ricoperto di moquette bianchiccia decorato di bandiera italiana (col un verde tendente al blu..forse ce lo aveva regalato la francia....) costato €25.000 (VENTICINQUEMILAEURI)... NO faceva schifo...ma certo che Alemanno poteva pensarci quando tre mesi fa aveva approvato il progetto..non a neanche dodici ore della sua comparsa..
o forse il suo scopo era dare più lavoro sotto Natale agli operai che lo hanno costruito/montato/smontato, alla ditta a cui ormai è stato pagato, e a coloro che dovranno sostituirlo con una conifera toscana...
[leggi qui]
ALBERICIDIOALBERICIDIOALBERICIDIOALBERICIDIO....e
tanto, ma proprio tanto SPRECO inutile.
e Menomale che aveva acceso le luminarie natalizie con l'ipad...
la Apple doverbbe fargli un ipad che pensa al posto suo, sarebbe sicuramente economicamente più efficente.

lunedì 5 dicembre 2011

i Monti.. e il mio Pane

Ho già parlato seppur scherzosamente della preoccupazione riguardante "i monti" che preferisco: la vedo dura ma davvero dura la stagione (sciistica e non) invernale, e non solo sulla appennica/bassquatota/"montagna romana".

A preoccuparmi oltremodo è il "Monti" umano, che non amo particolarmente.
come aevo già detto altrove il mio problema con questo governo è che si tratta di andare avanti in un regime politico-economico tutto fondato sulla valutazione  del PIL... che contina a non rispecchiare la qualità della vita, continua a muoversi su una crescita economica incurante di una crescita "culturale" in senso lato. Comunque la verità è che non sono un'economista/futurologa/strega e non credo di essere seriamente in grado di valutare quali sarebbero gli effetti per la società se ci si spostasse tutti in blocco verso la "decrescita", o  che faccia avrebbeuno "Stato di transizione"? (dove il richiamo al concetto di transizione non è casuale vedete qui.

Per il momento vivo un forte conflitto interiore, avendo in una mano un iphone ultanuovo e nell'altra un cespo d'insalata del contadino di viterbo solidalmente acquistato tramite un'amica.
(a dire il vero tra le altre cose del contadino c'era un meravigliosissimo uovo di struzzo..che frittata!!)

Dicevo, dunque, mi preoccupa il Monti umano, sì, e non solo per questo fondamentale aspetto di "vision" della ResPubblica, ma anche perchè pur dovendo accettare il sistema per com'è, mi sembra che le lacrime le verseranno solo alcuni, oltre la Fornero (che non so voi, ma a me ha fatto reagire così: MACHETTEPIAGNI!!STICAZZI!)
A sto punto vorrei la tracciabilità, tanto ormai la "privacy" ce la siamo completamente giocata in altri campi, e trovo ipocrita stare a dire che non si vuole pagare 300 euro con la carta per la "privacy"..ma che state a dìììì!!!!! Ma io ce pago anche UN solo euro con la carta se si riesce a far smettere la gente di pagare al nero! Voglio avere il bancomat anche al farmermarket...certo però che poi lo strapotere della VISA... delle BANCHE...uff quanto è tutto DIFFICILE in questo mondo....
come fai sbagli cazzo!
continuo a dirlo e continuo a scordarmelo: devo studiarmi il funzionamento della banca etica, se anche quelle avessero il pos..potrebbe essere un'opzione iteressante magari..

No perchè sugli SCEC, una moneta alternativa io qualche dubbio ce l'ho: si fondano sulla FIDUCIA, il pezzo di carta corrisponde a FIDUCIA, ma se mi fidavo non c'era bisogno di farli pagare con la carta anche un solo euro per non farli non pagare le tasse....

e quindi come SEMPRE il problema siamo NOI...!!!!! siamo N O I
Siamo noi (perdonate la ridonanza, ma deve entrarci in testa) piccoli italioti arraffoni e superficiali. Noi che anche "il più onesto c'ha la rogna", gira che ti rigiria ciò che ci caratterizza è la perenne ricerca del miglior modo di fregare lo Stato, aggirare leggi e tasse, per poi lamentarci che lo Stato (entità quasi mitica) non ci aiuta e sostiente abbastanza, anzi è "assente" e ingiusto ci ha "tagliato il futuro".

C'è un CORTOCIRCUITO da qualche parte e sì, siamo noi!
Se è pacifico che per vivere in società c'è bisogno di regole, altrettanto pacifico che la democrazia è allo stato attuale il (macro)modello di Stato che riteniamo migliore rispetto ai valori di equità giustizia e sostenibilità sui fondiamo la nostra convivenza.. BENE è arrivato il momento di seguirle ste cazzo di regole, anche quelle che non ci piacciono.

e torniamo al "governo tecnico" che non mi piace! Non mi piace perchè le regole di QUESTA democrazia, cioè quali regole abbiamo costruito per applicare il concetto di democrazia,  non mi fanno impazzire, eppure, facendo parte di una totalità, e continuando a credere nella "Democrazia" le devo rispettare e democraticamente (nel senso di PARTECIPATIVAMENTE) posso sperare in un processo di modificazione degli aspetti che non condivido, sperando si possa raggiungere un livello di sostenibilità/equità/consapevlezza/blabla maggiore.

e qui si apre il discorso però, anche al complesso tema della Partecipazione..come intendere a partecipazione e le regole della partecipazione...!!

Questo post è potenzialmente infinito.
questo post verrà chiuso QUI solo perchè mi sto mettendo l'ansia da sola.
torno alle mie piccole azioni nel micro-cosmo, nel locale perchè queste divagazione sul macro che mi portano nel flusso magmatico del globale mi spaventano.


Torno al mio pane, fatto con le mie mani, con farine locali, con l'acqua del rubinetto, con il mio supermario anch'egli nato da acqua del rubinetto farine locali/bio con yogurt naturale biodinamico.
Nel mio pane ho "entificato" la mia vita, è metafora del way of life che al momento più mi rappresenta e che tanto mi sembra lontano da Monti e dalla manofra economica ieri presentata.

[associazioni di pensieri in libertà, giochetto che AMO:
pane - vita - quotidiano - equo - solidale - forno - miofuturoforno - suimonti - controquestoMonti - economiaalternativa - consapevolezza - zen - locale - ricostruzionesociale - emateriale - dallepiccolecosequotidiane - ilMiopane - suimonti - menoinquinati - menocannibalizzati - menocementoinutile - menoriscaldamentoglobale - piùneve - piùfreeridescialpinismo - piùpasseggiate - piùsport - piùformafisica - piùpane]


ps.: sul cemento inutile sulle montagne ho trovato un articolovecchissssssssimissimo qui
 che già diceva le cose di recente approfondite su "La Colata" o su "Paesaggio costituzione cemeneto"

swish...SCRASH



SWISH
è l'onomatopea con cui negli ultimi anni ho inteso andare a sciare...
credo di dover cambiare regsitro...

SCRASH...

Quando "la pista da sci è una lastra di pietre"
Anche a Innsbruck...... qui le altre foto!

domenica 4 dicembre 2011

I got stuck


People get stuck
People I think: "this is where I stop, can't stand it anymore"
People I think: "I can't stop lovin' him, I'll never graduate" 
I got stuck

"You know What!? This is SO untrue, 'cause as long as you're living you can keep moving forward."

looking forward David REA!!!!

Credo proprio che mi ci incastrerò con questa serie!! E sarà tutta colpa di un amico di un mio amico [e che non mi posso manco incastr..sposare visto che il mio amico è stato all' incastr..nozze dell'amico, peccato uno che fa una sere così è solo che da incastr..sposare!! leggete QUI].

sabato 3 dicembre 2011

FB (non) migliora la nostra vita !?!?

Eppure c’è chi pensa che Facebook sia ormai il vero web. Che sia il nuovo paradigma assieme agli app store.
“Non so perché si dicano cose del genere. Il giro di affari del web è molto più grosso rispetto al social network di Zuckerberg. E poi stando alla mia esperienza si sceglie uno strumento o una tecnologia perché rende la vita migliore. E Facebook non lo fa. Non migliora la nostra vita”.

Parole di Cory Doctorow [ad u giornalista di Repubblica qui]..co-autore di un noto (in Italia veramente non mi sembra tanto) blog, che parla di tutto: BOing Boing.  Uno  di quelli contro le App e il "giardino chiuso" entro il quale costringono le persone ad utilizzare il web. Sono pazza dell'iphone eppure condivido la sua visione. Le App sono estremamente limitanti rispetto le potenzialità del web, MA...secondo me c'è un MA che sarebbe quello di essere in grado di mantenere sempre il proprio occhio critico e di utilizzare le App in ciò che facilitano, e sbizzarrirsi sul web. Cosa resa oramai molto difficile dal super controllo googleiano.
Qualunque nostra ricerca non è libera neanche su Google, a partire dalla semplice riflessione sul fatto che risultatidiversi ci appaiono se navighiamo dagli USA o dall'Italia...per arrivare al genere di risultati ottenuti quando lo facciamo essendo connessi al nostro google account. Ma questa è un'altra storia.

Per tornare a Facebook.... no Facebook NON ci migliora la vita, e anche se mi manca essere coinvolta in quale post di scherzo tra me e altri quattro amici, più passano i giorni di mia assenza da quella piazza virtuale più mi rendo conto di quanto poco in termini assoluti rendesse migliore la mia vita.
Non vorrei essere annoverata tra coloro i quali demonizzano facebook, qualche aspetto positivo lo ha e non si può in alcun modo negare, sono altrettanto certa però che molto dipenda dalla nostra forza di rispettare alcuni limiti di utilizzo.
Stare a cena o al pub con qualcuno che non riesce a staccare gli occhi dal proprio smartphone acceso su facebook e sulla localizzazione ha qualcosa di sbagliato.
Lo zen esagera quando esige il silenzio durante il pasto per potersi permettere di essere completamente consapevoli della propria azione corrente e di cosa si stia mangiando...ma questa distrazione, questo continuo movimento degli occhi tra il piatto la persona di fronte a noi ed un magnetico cellulare a volte mi fa pensare a quei bambini con probelmi di concentrazione, in america curati con l'Adderall ["Adderall is a brand name of amphetamine salts–based medication used for attention-deficit hyperactivity disorder and narcolepsy." da wikipedia.] A volte ero anche io così, anche se forse/spero non di fronte agli amici, ma sicuramente di fronte alla tesi...

Probabilmente non si tratta di Facebook, appunto, si tratta di noi, e della nostra capacità di affrontare la vita gli altri ecc ecc
Facebook non è "solo virtuale e quindi irreale", temo coloro che continuano a considerare così ciò che si fa attraverso il web. Siamo persone vere, soprattutto da quando non dobbiamo neanche più immaginarci e interpretarci in personaggi inventati dietro a strani nickname in qualche anonima chat.... e anche in quel caso, tante volte erano in gioco emozioni "vere".
Il punto è che Facebook non dovrebbe essere in grado di PEGGIORARE la nostra vita!!! e quando per qualche motivo ci sembra lo stia facendo è il momento di ritrovare il proprio contesto, perchè non si tratta di facebook, ma di noi stessi.  Se poi per qualche aspetto sarà in grado di Migliorare la nostra vita, benvenga...

Lo stesso discorso lo si dovrebbe applicare agli smartphone....
E proprio parlando delle relazioni esistenti tra virtuale/reale...evidentemente in molti non considerano così lontante le due sfere (sempre ammesso che sia corretto parlare di DUE sfere appunto!), "incarnate" unite "oggettificate" nello smarphone
ad esempio la Syria!!

"Come si protegge un regime dalla primavera digitale? Come si spegne l'incendio democratico
[...]
Ha ordinato di cessare le importazioni di iPhone e di impedirne l'uso ai cittadini."
[fonte: WIRED]


Don't you want me to love you..
no, you don't want me to love you
[ero indecisa se pubblicare questa versione o quella dei Beatles...il mio cuore ha scelto questa. ]

giovedì 1 dicembre 2011

Butterfly Muffin


  • Mangiare muffin è molto soddisfacente (basta non pensare al quoziente "senso di colpa")
  • Preparare i muffin che si vuole mangiare è molto molto soddisfacente ( basta fingere di non vedere quatità di grassi che si utilizzano)
  • Preparare muffin con proprio cugino è molto molto MOLTO soddisfacente (basta considerare TUTTE le componenti dell'attività!

Love Smile Peace
per la ricetta: